I principali fattori che accelerano la degradazione qualitativa dell’olio extra vergine sono l’ossigeno atmosferico, la temperatura e la luce. A contatto con l’aria, alla luce e al caldo, l’olio perde più rapidamente le sue caratteristiche sia sensoriali che nutrizionali. Per conservare più a lungo le proprie proprietà organolettiche e nutrizionali, l’olio dovrebbe essere conservato al buio, lontano da fonti di calore, in un locale fresco.

È del tutto falso. L’acidità dell’olio è un parametro molto importante per valutarne la qualità: più bassa è l’acidità dell’olio, migliore è la sua qualità. Al contrario di quanto molte persone credono, l’acidità dell’olio non si percepisce all’assaggio, ma è un parametro chimico che misura la percentuale di acidi grassi liberatisi dalla decomposizione dei trigliceridi. Gli acidi grassi liberi sono inodore e insapore. L’acidità può essere misurata soltanto con una analisi chimica in laboratorio. La sensazione di “pizzicore alla gola” non ha quindi niente a che vedere con l’acidità: è definita con l’attributo “piccante” ed è dovuta alla presenza di polifenoli, sostanze antiossidanti molto importanti sia per la conservazione dell’olio che per la salute umana. Pertanto, se l’olio “pizzica in gola” è da considerare positivamente, perché ha un effetto benefico per la salute, e questa sensazione non è assolutamente da collegare alla sua acidità.

Assolutamente no. Queste sensazioni sono dovute alla presenza di composti fenolici, antiossidanti naturali che migliorano la conservazione dell’olio. Tali composti svolgono anche una importantissima azione: proteggono le nostre cellule dall’invecchiamento e dallo stress ossidativo. Contrastano, infatti, i radicali liberi,  responsabili del processo di invecchiamento cellulare. E’ per questo che l’olio leggermente amaro e piccante (“pizzica in gola”) è una caratteristica valutata positivamente sia dagli assaggiatori professionisti di olio di oliva sia dai nutrizionisti.

Il Regolamento Comunitario n. 182/2009 ha introdotto a partire dal 1° luglio 2009, in tutti i Paesi dell’Unione Europea, l’obbligo di riportare la designazione dell’origine geografica sulle etichette di tutti gli oli extra vergini di oliva e di tutti gli oli di oliva vergini. Lo stesso regolamento vieta di riportare la designazione dell’origine sugli oli di oliva e sugli oli di sansa di oliva. Sull’etichetta degli oli d’oliva prodotti nei nostri stabilimenti non si trova, dunque, la designazione dell’origine perché tale indicazione non è consentita dalla legge. Gli oli di oliva confezionati da Olio Dante S.p.A. sono ottenuti dalla miscelazione di olio di oliva raffinato e olio extra vergine di oliva. Il processo di raffinazione viene effettuato nello stabilimento di Montesarchio (BN), a partire da partite di olio acquistate da fornitori selezionati. L’olio extra vergine che, addizionato all’olio di oliva raffinato, entra a far parte dei nostri oli di oliva proviene, invece, da tradizionali aree olivicole della Comunità Europea.

Sì. Tutti gli oli (extra vergine di oliva, di oliva, di semi) non contengono glutine e possono, quindi, essere consumati anche da persone celiache.

No. A basse temperature (es. in frigorifero o durante l’inverno se l’olio è conservato in un locale freddo), l’olio potrebbe solidificare, in parte o completamente. All’abbassarsi della temperatura, l’olio potrebbe mostrarsi inizialmente “velato”, poi potrebbero formarsi una sorta di “granuli” sparsi nella bottiglia. Se le temperature si abbassano ulteriormente, l’olio potrebbe solidificare completamente all’interno della bottiglia. Non è da preoccuparsi. È un fenomeno naturale: alle basse temperature i liquidi solidificano, avendo l’olio una temperatura di congelamento più alta dell’acqua. Quindi a temperature alle quali l’acqua è ancora liquida, l’olio potrebbe già solidificare. Quando lo si riporta a temperatura ambiente, l’olio ritorna liquido, senza che la sua qualità risulti compromessa. Per evitare la solidificazione e allo stesso tempo garantire una buona conservazione, l’olio dovrebbe essere conservato a temperature comprese tra 12°C e 18°C.

Un olio di oliva può essere definito “vergine” se è ottenuto dal frutto dell’olivo soltanto mediante processi meccanici, in condizioni tali da non alterare la composizione dell’olio. Per poter mantenere la definizione di “vergine” un olio non può essere sottoposto a trattamenti di natura chimica di alcun genere, o a trattamenti fisici spinti che possano modificarne la composizione. L’olio vergine di oliva è, dunque, il succo naturale di un frutto, l’oliva appunto, ottenuto mediante schiacciamento della polpa dell’oliva ed estrazione dell’olio in essa contenuto mediante pressione o centrifugazione. Nell’ambito della categoria degli oli vergini di oliva, un olio può essere definito “extra vergine” se rispetta anche una serie di parametri analitici e organolettici stabiliti dalla legge. La sua acidità libera, ad esempio, non può essere superiore allo 0,8% e deve essere del tutto privo di difetti organolettici. L’olio di oliva è, invece, una miscela di olio di oliva raffinato e olio di oliva vergine. L’olio di oliva si dice raffinato quando, dopo l’estrazione dal frutto dell’oliva (che comunque avviene con processi meccanici), viene sottoposto a un trattamento di raffinazione, consistente in una serie di processi tecnologici di natura chimico-fisica che consentono di allontanare dall’olio sostanze poco gradite o responsabili di difetti organolettici. In conseguenza del processo di raffinazione, l’olio di oliva raffinato presenta un colore giallo (i pigmenti verdi dell’oliva sono stati allontanati) e un odore e un sapore neutri. L’olio di oliva raffinato è miscelato con olio di oliva vergine, per arrivare in bottiglia con il nome di “olio di oliva composto di oli di oliva raffinati e oli di oliva vergini”.

I prodotti Olio Dante S.p.A. non contengono allergeni, tranne il caso in cui la sostanza allergenica rappresenti un ingrediente del prodotto (es. olio di arachide). In questo caso l’allergene (arachide) è citato nella denominazione del prodotto o nell’elenco degli ingredienti e quindi assolutamente riconoscibile da parte dei consumatori. Tracce di sostanze allergeniche non riportate in etichetta sono del tutto assenti. Ciò è garantito dalle procedure attuate per assicurare l’assenza di contaminazione tra prodotti lavorati nello stesso stabilimento e dai controlli analitici effettuati presso il laboratorio aziendale.

Il processo di estrazione e di raffinazione che gli oli di semi subiscono prima di arrivare in bottiglia è praticamente lo stesso. La composizione degli oli è, però, differente a causa della diversa origine vegetale. Se tutti sono costituiti pressoché esclusivamente da grassi (e quindi il loro contenuto calorico è identico), la composizione di questi grassi si differenzia con la diversa origine vegetale, così come differenze si riscontrano nei componenti minori, quali i fitosteroli e i tocoferoli, presenti in tracce ma importanti dal punto di vista nutrizionale. Ogni olio presenta una sua peculiarità dal punto di vista nutrizionale, in conseguenza della sua composizione in acidi grassi e in componenti minori. L’olio di arachide, ad esempio, presenta una composizione in acidi grassi molto equilibrata, con abbondanza di acidi grassi monoinsaturi. Questa caratteristica lo rende particolarmente resistente ai processi di ossidazione che possono verificarsi durante la cottura. Per questo motivo è il più indicato per la frittura. L’olio di girasole, invece, oltre ad avere un elevato contenuto di acidi grassi della serie omega-6 (acido linoleico), è naturalmente ricco di alfa-tocoferolo (vitamina E), un importante antiossidante naturale. L’olio di mais è il più ricco di steroli vegetali, importanti dal punto di vista nutrizionali perché possono contribuire a ridurre l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale. L’olio di soia è caratterizzato da un elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi omega-6 e omega-3, entrambi “acidi grassi essenziali”. È, però, il meno stabile alle elevate temperature, e di conseguenza non è particolarmente indicato per processi di cottura prolungati e per le fritture.

Per la conservazione dell’olio (soprattutto quello extra vergine di oliva), le caratteristiche dell’imballaggio sono molto importanti. Durante la conservazione, l’olio teme soprattutto l’esposizione alla luce e al calore e il contatto con l’ossigeno. Tra i materiali plastici, il PET ha una permeabilità all’ossigeno estremamente bassa, ed è dunque adatto al confezionamento di alimenti che, come l’olio, temono il contatto con l’aria. La permeabilità all’ossigeno, inoltre, diminuisce all’aumentare dello spessore della bottiglia. Le bottiglie in PET utilizzate per il confezionamento dell’olio prodotto da Olio Dante S.p.A. sono di spessore tale da garantire una adeguata protezione dell’olio dall’ossigeno dell’aria.
Il PET è stato ampiamente valutato e approvato per l’utilizzo a contatto con gli alimenti e le bevande dalle agenzie per la sicurezza alimentare di tutto il mondo, tra le quali la FDA, la Health Canada e la European Food Safety Authority.

In primo luogo, perché è altamente riciclabile. In secondo luogo, perché è molto leggero rispetto ad altri materiali di imballaggio, quali il vetro e il metallo, ed è quindi possibile confezionare una quantità di prodotto molto maggiore a parità di peso dell’imballaggio. La sua leggerezza, inoltre, riduce l’impatto ambientale del trasporto e della distribuzione.

Non c’è nessuna connessione tra il PET e il bis-fenolo A. Il BPA non è utilizzato nella produzione del PET, ma nella produzione di altri materiali plastici (policarbonato).

Nella produzione di bottiglie in PET non vengono impiegati ftalati come plasticizzanti, dal momento che le caratteristiche del polimero non ne rendono necessario l’utilizzo. Non esiste, dunque, il rischio di migrazione di ftalati nell’olio imbottigliato in PET.